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Valle della Luna: un viaggio nell’ultimo Paradiso

By Antonella | No Comments

Oggi vi racconto un breve viaggio in Sardegna, ma prima ancora un sogno da ripercorrere nella Gallura più a nord, sogno un po’ dimenticato e un po’ reso sterile dalla convinzione che gli anni dei fiori non esistono più neppure per chi li ha conosciuti; per gli altri, i più giovani, esiste un messaggio fatto di visioni, di disegni, di remake: un fatto di moda, l’alternativo da copiare, da assaggiare nei limiti che il nostro mondo fatto di auto e cellulari permette. E’ il viaggio di un pomeriggio comune di metà dicembre, in cui si va un po’ pigri, cercando immagini tra le case sfitte. Santa Teresa Gallura soffre molto l’inverno, è un’atmosfera triste quella che avvolge i luoghi turistici dopo il bagno di folla estivo. Sappiamo che sulla strada di Capo Testa c’è la porta del mondo libero che molti descrivono sottovoce; ci affidiamo alle indicazioni della nostra giovane guida, che nella Valle ci va spesso per ascoltarsi, per capire. Attraversiamo l’istmo su cui si allungano le due grandi baie, spiaggia di Levante a destra, sul lato opposto la Baia di Santa Reparata. Lasciamo l’auto nei pressi di una renault 4 bianca, come da copione decorata di farfalle; abbandoniamo la striscia d’asfalto per infilarci tra le due grosse pietre levigate che segnano lo stretto, insospettabile passaggio. Da subito ho la netta sensazione di aver valicato un confine molto più che geografico, quasi dimensionale. Sul terreno sabbioso i segni del passaggio di altre persone, ma leggeri, impronte di piedi nudi; “tra queste rocce ci si perde”, dice Lia, “occorre fare attenzione ai segni, alle forme: quelle pietre, vedi, segnano la strada e tutto, qui, sembra ciò che non è. Ciò che pare un sentiero si perde invece nel nulla, bisogna osservare, ascoltare il vento, riconoscere le forme per trovare la via del ritorno”. Respiriamo il profumo delle essenze, il mirto, il lentisco, il ginepro, la “biondella”, mentre osserviamo una roccia dalla strana forma di fantasma. I due grandi cubi di granito spezzati a metà con precisione, con taglio netto sono opera di epoca romana, come romane sono le cave di quel granito che fu utilizzato per importanti edifici come il Pantheon, nella vecchia capitale. Qui la gente di “peace and love” viene ad abitare già dalla Primavera, tra gli anfratti rocciosi che ognuno sistema secondo le proprie esigenze. Qualcuno ha occupato le grotte più grandi completandole con graziosi muri a secco per contenere gli oggetti di uso comune, il caffè, le pentole, gli strumenti a percussione, le scarpe; non ci sono porte, l’ingresso è libero come il mare e come il vento. Qui tutto è in perfetto ordine, non una cicca per terra, non un pezzo di plastica; i rifiuti sono dapprima riciclati e poi ordinatamente ammucchiati in attesa del trasporto. La perfezione è qui, in questo vivere di poco con la coscienza di chi il mondo esterno lo ha già vissuto; tra questi anfratti poco accoglienti ai quali si sono adattati senza modificarli, quelli di Valle della Luna non si piegano ancora alla legge della globalizzazione. Vorrei avere il loro coraggio, questa folle e onesta determinazione. Poco distante una sorgente naturale, “la funtana”, serve agli abitanti della valle per lavarsi dal corpo la salsedine e la terra, per lavare i pochi indumenti, i teli. Lungo la via del ritorno incontriamo un paio di giovani stranieri. Ci salutano e ricambiamo, in questo luogo che non è luogo, tra questi spazi di incredibile suggestione che si perdono all’orizzonte, nel verde e nel rosa di una natura intatta. Immagino gruppi di persone che giocano con un cane, con una palla, ridono e si rincorrono, altri seduti a terra che chiacchierano un po’ divertiti un po’ seri vicino al fuoco, altri ancora impegnati in un lavorìo manuale, che studiano, girano tra le mani pezzi di legno, di ferro, oggetti recuperati e sassi, altri che ascoltano John Lennon, Joan Baez, Rino Gaetano…E’ un vecchio sogno che nel nuovo millennio torna ad illuderci, che vi sia una via, che vi sia un angusto passaggio, un fronte libero, una zona franca dalle “altre” dipendenze.

Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Per approfondimenti: Sardegna Turismo

“Lu Mannali” in Gallura: retroscena di un festoso rito familiare

By Antonella | No Comments

Percorrendo da Olbia la strada per Buddusò, attraversando Loiri, Montelittu e Azzanì, si intuisce perché il mondo sembra di tanto in tanto fermarsi e a tratti recuperare il tempo perduto. In queste zone ancora incerte tra il vecchio e il nuovo, la cui gente è immersa nella tradizione eppure costantemente attratta dalle novità, si vive come su due vite parallele, che si incontrano e dividono restando tuttavia ben definite. Qui le tradizioni galluresi resistono forti e si ha ancora vivo il ricordo di quando, fino quasi agli anni ’70 del novecento, si viveva senza energia elettrica, quando le strade erano poco più che mulattiere, quando spostarsi era complicato e si cercava di produrre a casa ciò che serviva. Percorrendo queste strade in pieno inverno, sull’asfalto che si disegna tra le tanche lavorate di fresco, si sente forte l’odore “di l’ammazzatogghju” portato dal vento che s’insinua tra le case, un misto di sangue e setole bruciate che solo chi ha vissuto da sempre la preparazione del maiale sa riconoscere. A dicembre c’è odore di festa nelle campagne, qui gli stazzi resistono ancora e sono vivi, ci si sposta di casa in casa quando si preparano gli insaccati, per aiutare gli amici in questa operazione che richiede giorni, per scambiarsi le novità, per preparare e mangiare insieme il risotto con la pulpeddha, un rito mai dimenticato. “Lu mannali” è stato chiuso per molti mesi, in attesa del giorno in cui sarà sacrificato per alimentare la famiglia; quando è tempo, gli uomini sbrigano personalmente questa delicata operazione, con perizia, per non far soffrire l’animale: conoscono il punto giusto in cui affondare la lama, senza indugio ma col rispetto che si deve a una vita. Ad occhio si pesa la bestia, si decide come procedere per il taglio e lo svuotamento, anche queste operazioni che richiedono grande attenzione e perizia, si beve del vino, si parla; anche questo, se vogliamo è come un salotto, un piccolo forum campestre in cui si parla di lardo, vita e morte, matrimoni e cucina, studio e lavoro, salute, ognuno portando un po’ di storia di sé. Si beve e si parla pensando al domani, ai propri figli e agli amici, al nuovo anno, in questa vita appena sfiorata dalle lontane questioni nazionali, in questo cortile chiuso nei confini semplici della gestualità ancestrale. Si lavora alacremente tra le mura domestiche, occorrono molti contenitori, stracci puliti, acqua bollente, spezie e sale, aglio, vino e finocchio selvatico, a chi piace, per condire la polpa tagliata a piccoli pezzi, occorre lavare bene il budello, preparare la cantina ad accogliere le salsicce che penderanno dalla pertica per almeno quaranta giorni. Forse a Natale, forse a Capodanno, si commenta. Ognuno un compito, gli anziani seduti al fuoco raccontano storie, vecchi ricordi che affiorano, di quando Babbai Petru era giovane e guidava la sua Balilla, unico esemplare, di quando pioveva tanto che i fiumi straripavano, di quando alle scarpe si applicavano i chiodi perché durassero di più. I ragazzi fanno spallucce, sembrano distratti, tornano al cellulare (che in queste zone bisogna tener fermo in un punto perché non c’è campo), ma la luce nei loro occhi dice che questi giorni li ricorderanno molto bene, tra dieci, vent’anni forse, torneranno ad affiorare tra le speranze e il reale; i più fortunati avranno ancora uno stazzo cui badare, un tancatu e un mannali, un lembo di Gallura su cui vivere.
Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Per approfondimenti: salsiccia sarda, Tradizioni in Gallura

Nuovo impianto fotovoltaico a l’Aglientu: un altro passo verso la sostenibilità

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Nuovo impianto fotovoltaico a l’Aglientu. Un altro passo verso la sostenibilità per il nostro agriturismo: da sempre cerchiamo un approccio ecologico per la nostra struttura, perché siamo consapevoli della necessità di conservare e amministrare con rispetto le risorse naturali e culturali della nostra terra, beni che rappresentano la primaria fonte di attrazione della nostra meravigliosa regione. Soggiornare in un B&B in Sardegna significa immergersi nella meravigliosa natura di questa terra rispettando le sue preziose ricchezze. Agriturismo e B&B in Sardegna rappresentano le forme di ospitalità più vicine e compatibili con il rispetto della nostra terra, per questo noi gestori abbiamo il dovere di fare quanto possibile per favorire la “coscienza verde” dei nostri ospiti.

Nel nostro piccolo abbiamo adottato alcune misure per ridurre l’impatto sul territorio: utilizziamo lampade a consumo ridotto, strumenti per il risparmio idrico nelle camere, pratichiamo il riciclo e il riutilizzo dei materiali, agevoliamo la raccolta differenziata dei rifiuti da parte dei nostri ospiti e li invitiamo ad utilizzare al meglio la biancheria per evitare lavaggi inutili.

Il 26 ottobre 2011 è stato inaugurato il nuovo impianto Fotovoltaico, che ci consente di essere autonomi nella produzione dell’energia che ci occorre sia per le attività agricole che per l’agriturismo. L’impianto consta di 64 moduli orientati in maniera ottimale per rendere l’installazione perfettamente produttiva ed efficiente.

Escursioni in Mountain Bike Sardegna- Mountain Bike Sardinia

By Antonella | No Comments

L’ avventura a due ruote nella meravigliosa terra sarda

Andare per monti pedalando è un’emozione che sempre più persone apprezzano, perché è un modo divertente e appassionante di fare escursioni per coloro che desiderano unire lo sport ciclistico all’amore per la natura. Andare in mountain bike partendo dall’Agriturismo L’Aglientu ti consentirà di scoprire nuovi percorsi MTB immersi nella natura selvaggia, e di pedalare per lunghe ore in perfetta sinergia con l’ambiente che ti circonda. Insieme ai tuoi amici o alla tua famiglia scoprirai la Sardegna in MTB, il suo lato più sconosciuto e meraviglioso. Il nostro Agriturismo a Olbia vi mette a disposizione le migliori cartine per le vostre escursioni in Mountain Bike nelle vicinanze partendo dal nostro B&B a Loiri oppure vi propone i migliori contatti per organizzare le vostre gite nelle altre zone della Sardegna. Non è previsto il noleggio Mountain Bike presso l’Agriturismo L’Aglientu B&B Loiri Porto San Paolo, ma vi indicheremo su richiesta dove noleggiare mountain bike per le vostre escursioni. Ricordate per partecipare alle escursioni in MTB in Sardegna occorre essere in possesso di adeguata attrezzatura e indossare un abbigliamento appropriato, in particolare ricordiamo l’obbligo del casco e raccomandiamo di mettere in atto tutte le misure necessarie per proteggere la propria e l’altrui incolumità. La vostra bicicletta può essere parcheggiata all’interno del nostro giardino.

Go for mountain biking is an experience that more and more people like, as it’s a fun and stimulating way to make excursions for those who wish to combine sport bike and love for nature. Mountain Biking Sardinia starting from Agriturismo L’Aglientu will allow you to discover new mountain bike trails surrounded by wildlife, and ride for hours in perfect synergy with the environment around you. With your friends or your family, discover Sardinia in mountain bike, you will discover a wonderful world. Our B&B in Olbia provides you with the best maps for your excursions in Mountain Bike in the nearby starting from our B & B in Loiri or we will give you the best contacts to organize your trips in other areas of Sardinia. There is no Mountain Bike rental at Agriturismo L’Aglientu B & B San Teodoro, but we will show you on request where you can rent mountain bikes for your excursions. Remember: to take part in mountain bike excursions in Sardinia you must have appropriate equipment and wear appropriate clothing, in particular, we recommend the use of helmets and to take all necessary measures to protect your own and others’ safety. Your Mountain Bike will be safe in our garden.

Risorse e approfondimenti: Guida alla Sardegna in MTB

Autoproduzione: qualche spunto per sopravvivere alla crisi

By Antonella | No Comments

Crescita, Progresso, sono alcune delle parole più diffuse negli ultimi cinquant’anni, parole che hanno marcato la via per la presunta salvezza dalla povertà, dalla fame, dalla guerra, dalla malattia. Il benessere è l’ormai scontato binario che siamo chiamati a sperimentare nel nostro quotidiano, acquistando continuamente merci spesso inutili oltre che dannose, nella vana speranza che la crescita dei vari PIL e PNL stabilizzino la nostra vita basata su bisogni talvolta poco reali. Ma la crescita ad libitum, il progresso esponenziale, sono modelli che nascondono il loro stesso collasso. Nulla in natura presenta un modello a crescita esponenziale: tutto si espande e ritira, in una continua trasformazione. L’idea che questo nostro progresso sia eternamente fruibile è quindi del tutto utopica. Potremmo certo nel frattempo sfruttarlo, e poi qualcosa accadrà, ma certe scelte, o meglio le conseguenze di queste, ricadono sempre e comunque su di noi. Se con la crescita e il progresso aumenta il Prodotto Interno Lordo, indicatore del benessere di una nazione, paradossalmente tutto ciò che lo fa aumentare contribuisce anche alla crescita dell’inquinamento, dei rifiuti, del malessere sociale, così come tutto ciò che è estremamente “goloso” inevitabilmente fa ingrassare. Potremmo iniziare ad invertire il trend e “decrescere” per quanto ci è possibile, riducendo la quantità delle merci inutili, acquistando solo l’essenziale, evitando gli sprechi, controllando la provenienza delle merci e acquistandole dal vicino di campo, e ancora sostituire la maggior quantità possibile di merci con beni autoprodotti, che hanno bassissimo impatto ambientale, non necessitano di imballaggi o altre protesi chimiche, camion, conservanti, asfalto, e sono freschi, pronti sul luogo di produzione. Se l’autoproduzione non contribuisce alla crescita del PIL fa però risparmiare la famiglie e riapre una vecchia strada, ormai cancellata in favore del sistema fondato sulla crescita della produzione di merci: lavorare di meno per dedicare più tempo alle esigenze personali e spirituali, alle relazioni umane, sociali, familiari, erotiche, culturali, religiose. Quando indosso le maglie con cui lavoro in campagna, quando indosso i maglioni con cui d’inverno lavoro al computer, rifletto sulla parola “consumatore”, che  mi calza a pennello. E’ un piacere sapere che questi indumenti mi sono serviti per anni nelle mie relazioni sociali prima di essere consumati, che dopo essere stati usati fuori mi servono ancora per anni in casa prima di diventare gli stracci che userò per pulire la mia abitazione, stracci che poi saranno smistati in qualche industria tessile di Prato per farne nuovi tessuti. Più a lungo li uso, minore è il peso della mia impronta sul mondo. La stessa parola “consumatore” indica però normalmente i soggetti che esprimono domanda in un sistema economico che, per continuare la sua folle crescita, deve sostituire le merci praticamente ancora nuove e le trasforma in rifiuti in tempi sempre più brevi, mentre l’uomo consumatore ne è sommerso e degradato. La crisi economica è evidente ma chi sa usare le mani e sente il bisogno di fare e vuole usare la testa per inventare di giorno in giorno i suoi giorni non si dispera, chi si tiene lontano dai luoghi devastati dallo sviluppo in cui tutto si compra e si vende e preferisce i luoghi che la crescita non ha ritenuto conveniente colonizzare, dove ciò che serve si fa e non si compra, sa trasmettere il sapere e il saper fare di cui abbiamo bisogno. Poiché la Natura ha insegnato la chimica alle multinazionali, uno dei settori in cui possiamo più efficacemente sperimentarci è quello dei detersivi: sempre e comunque inquinanti, falsi nelle loro etichette “pulite”, nei loro profumi sofisticati di rosa e lavanda, veri veleni mascherati, pronti ad uccidere microrganismi e batteri utili alla vita. Ma con cosa sostituirli? Eppure non molto tempo fa non esistevano. Soltanto 50, 60 anni fa. E come hanno fatto le donne per tutti i millenni precedenti?
Le mamme e le nonne qui in Gallura, qualche volta ricordano, vagamente, le ricette. Ne ho sperimentato qualcuna che vi propongo, da diffondere come un benefico virus. Tenete presente intanto che l’aceto è un ammorbidente naturale: 100 ml. di aceto sostituiscono l’ammorbidente commerciale ed inoltre essendo un anticalcare mantiene puliti gli scarichi. Gli sbiancanti decolorano le macchie ma sono fortemente inquinanti e fonti di allergie. Alcuni di questi (sbiancanti ottici o azzurranti) danno solo l’effetto ottico, non puliscono, provocano il cancro e non sono biodegradabili. Il percarbonato libera invece ossigeno e anidride carbonica senza avere effetti sull’uomo e sull’ambiente. I detersivi, poi, contengono schiumogeni per lavare e antischiuma (!!!), per frenare la schiuma. Le regole generali sono: eliminare i prodotti superflui,  usare panni in microfibra, asciutti per spolverare, bagnati per pulire e sgrassare. Non richiedono detersivo e durano molto a lungo, anche lavandoli più volte. Usare acqua calda, che potenzia qualunque lavaggio o detersivo. Per i piatti, a mano e in lavastoviglie ecco una ricetta da provare: 3 limoni, 400 ml. di acqua, 200 gr. di sale, 100 ml. di aceto bianco. Tagliare i limoni in 4 – 5 pezzi togliendo solo i semi e mantenendo la buccia, frullarli con un mixer insieme ad un po’ di acqua e al sale. Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere la restante acqua e l’aceto e far bollire per circa 10 minuti mescolando perché non attacchi.
Quando si è addensato e un po’ raffreddato mettere in un vasetto di vetro o in una bottiglia di plastica. Uso: due cucchiai da minestra per la lavastoviglie; a piacere per i piatti a mano. Questo è un detersivo a base acida, per cui non va bene miscelarlo con detersivi basici o alcalini come il detersivo piatti classico. Non succede nulla, semplicemente essendo opposti si annullano a vicenda e non lavano. Altra ricetta da provare, questa imparata in un agriturismo bio: spruzzino al bicarbonato: un ottimo pulitutto, veramente miracoloso. Si ottiene sciogliendo non più di 48 gr. di bicarbonato di sodio in 500 ml. di acqua, in uno spruzzino da mezzo litro e agitando bene prima dell’uso. E’ igienizzante, sgrassante e assorbe gli odori. Ottimo per pulire la cucina a gas, per il lavandino e i sanitari: tenete conto che non è assolutamente tossico, per cui si possono tranquillamente lavare le verdure dopo averlo usato, senza nessun problema. Non causa allergie, dermatiti né problemi respiratori.
Ottimo per pulire il frigorifero (elimina anche i cattivi odori), favoloso per l’argento! Eccovi la versione solida: Pasta bicarbonato: 3 parti di bicarbonato di sodio più 1 di acqua, mescolare bene e conservare in un vasetto. Stesso uso dello spruzzino ma in versione solida (lavello, frigo, frutta e verdura a buccia rigida, macchie ostinate…). Ed ora, una ricetta veramente da streghe con tanto di calderone: la Lisciva. Il potere detergente di questo composto dà panni puliti e di un bianco vero che, se stesi al sole, risultano ancora più candidi. La lisciva è basica (a base potassio) per cui non è abbinabile con prodotti acidi, perché si annullano gli effetti di entrambi, quindi l’aceto va aggiunto solo a fine lavaggio. Come prepararla: setacciare della buona cenere di legna, disporla in una grossa pentola e aggiungere acqua in rapporto di 1 (cenere) a 5 (acqua). Prima la cenere e poi l’acqua. Portare ad ebollizione a fuoco lento, mescolando di frequente e far bollire circa 1 ora e mezza. A fine cottura “assaggiate” una goccia: se pizzica appena la lisciva è pronta. Non eccedere nella bollitura in quanto diverrebbe troppo forte ed aggressiva per la pelle e l’ambiente. Lasciate raffreddare e decantare, la parte solida si depositerà sul fondo e il liquido risulterà limpido e chiaro.
Filtrate la lisciva con qualche straccio di cotone pulito e versatela in bottiglie di vetro o plastica. Si conserva anche per anni. La pasta che resta sul fondo potete metterla in un vasetto e usarla per lavare i piatti, i lavelli etc. La lisciva è utilizzabile sia per il bucato a mano sia per quello in lavatrice, e… che soddisfazione!
Le macchie ostinate possono essere pre-trattate con sapone di marsiglia la sera prima, (il sapone di marsiglia è alcalino – basico come la lisciva, per cui possono essere usati insieme) e poi messe in lavatrice col resto del bucato… e se rimane ancora qualche macchia, sarà la vostra “medaglia conquistata sul campo per la salvaguardia del vostro mondo ”!

Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Per approfondimenti: Detersivi autoprodotti

 

Holidays in Sardinia Olbia here some suggestions about the most beautiful places in the neighborhood

By Antonella | No Comments

Basilica of San Simplicio in Olbia
This is the most important, artistic and ancient religious monument in Gallura and also one of the most noble of the first spread of Christianity in Sardinia. You can see it in the city centre. San Simplicio is the patron of the Diocese of Tempio Pausania and the city of Olbia. The building was erected in three different periods: from the second half XI century until the twelfth century, when the coverage and implementation of the façade was finished.

Nuraghe Riu Mulinu 
Behind the industrial zone of Olbia, on the hill, an extraordinary monument that seems to defy the law of gravity. Follow the road to Cabu Abbas, a pair of brown colored signs will guide you towards the nuraghe, park on the square and go walking for about 15 minutes on the trail of stones: a fantastic view of the city and the Gulf of Olbia, in addition to the Nuragic ruins.

Spiaggia del Principe
A really exclusive beach, located near Romazzino, the favourite of Prince Karim for its extraordinary beauty, also due to suggestive juxtaposition of colors: the clear water of low seabed combined with pink rocks and the brilliance of the sand, composed of fragments of granite

Arcipelago di La Maddalena
Colours, colours and unbelievable transparencies, a real dream really easy to reach thanks to the boat day trips, departing from Palau or Cannigione. A true mystical experience that you can have with a truly modest fare (a 25€ ticket, usually including a spaghetti) on board in small motorboats equipped and specialized in this tour.

In the ancient heart of Alà dei Sardi
On the road from Olbia to Buddusò, in a small and clean country with granites houses, there you can follow the signs to the archaeological area of “Sos Nurattolos” Go on towards the mountains of Alà; after moreor less three km you will turn right and then right again after another 300 metres. At the top, at 1,000 meters is the nuragic complex of Sos Nurattolos. The landscape is spectacular, rocks and shrubs that rushes downstream, a jump on the surrounding plateau. The beautiful nuragic complex can be dated between 1600 and 900 BC

Porto Rotondo
Exclusive, unique, here the Nature played with precision drawing a geometrically perfect inlet where the village owes its name. The beauty of the place, from the coast of Iscia Segada to Punta Volpe, is just one of the reasons to enjoy this place, with a spectacular view on Costa Smeralda, its sea, its islands. From afternoon to night, Porto Rotondo always proposes cultural events and theme nights.

 Text by Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Vacanze a Olbia, scoprite i luoghi più belli sulla piccola guida di Gallura

By Antonella | No Comments

OLBIA E DINTORNI:

ll territorio di Olbia fu intensamente abitato a partire dalla preistoria. Dal VIII sec. a.C. l’area dove insiste l’attuale città fu frequentato da Fenici e Greci. Dopo la fondazione urbana, da parte dei Cartaginesi, nel IV sec. a.C. iniziò la fase di maggiore importanza della città antica e del suo porto. Numerosi e interessanti sono i siti archeologici: il nuraghe Riu Mulinu (Cabu Abbas), Il Pozzo Sacro nuragico di Sa Testa, il Castello di Pedres, la tomba dei Giganti di Su Monte de S’Abe,  le Mura Puniche tra Via Torino e Via Acquedotto,  l’Acquedotto Romano, la fattoria romana di S’Imbalconadu lungo la strada che porta a Padru. Ma Olbia può vantare anche eleganti edifici ottocenteschi quali la biblioteca Simpliciana e il Palazzo Comunale, splendide chiese monumentali quali la Basilica di San Simplicio del XI sec. e  San Paolo, eretta nel XVIII sec. Merita una visita il Parco urbano polifunzionale “Fausto Noce” costituito da una vasta area verde, dove è stato ricostituito il paesaggio naturale della Gallura con graniti, fontane, laghetti e cascate.

Se arrivi in nave

Giungendo dal mare, il panorama di Olbia, circondata da suggestive colline, è caratterizzato dalla sagoma del rinnovato Lungomare, con le bellissime palme e i giardini sempre fioriti. Pochi minuti prima di arrivare in porto alla vostra sinistra compare imponente e maestosa l’isola di Tavolara, oggi sede dell’omonima Area Marina Protetta. L’isola, già nota agli antichi Romani col nome di “Hermaea” in omaggio al dio del commercio e dei naviganti, è oggi una meta turistica ricorrente. Al centro dello splendido golfo di Olbia, caratterizzato dalle tipiche coltivazioni di cozze e dalle decine di cantieri nautici per imbarcazioni da diporto, si trova la stazione marittima dell’Isola Bianca, un moderno e funzionale complesso diventato ormai il più importante scalo passeggeri d’Italia. Arrivando in aereo si fa scalo nel modernissimo Aeroporto Costa Smeralda, ben collegato con tutte le principali città italiane ed europee.

Mare, spiagge e…

Il territorio costiero tra Olbia e Porto San Paolo si estende per un centinaio di chilometri ed alterna spiagge a scogliere d’incomparabile bellezza. L’Area Marina Protetta di Tavolara e Punta Coda Cavallo è un meraviglioso parco marino dominato dal massiccio di Tavolara con i suoi 500 m. d’altezza; le bianchissime spiagge di Pittulongu, Bados, Marinella, lo Squalo e Mare Rocce sono caratterizzate da una sabbia finissima oltre che dalle acque cristalline; e poi a sud le spiagge delle Saline, Costa Romantica, Poltu Casu e la Baia di Istana. Anche Porto Rotondo, una delle località più famose e mondane del jet set appartiene anch’esso al Comune di Olbia.

Cibo locale, shopping e divertimento

Olbia è un’interessante città storica e vi si svolgono numerose attività culturali legate all’arte ma è anche una città vocata al divertimento, alla moda e allo shopping. Scoprirla o riscoprirla sarà un vero piacere per chi l’ ha sempre e solo conosciuta come porto o aeroporto d’arrivo e partenza durante le proprie vacanze.  Monumenti, musei e siti archeologici, ma anche mare e spiagge d’incomparabile bellezza accanto a discoteche e ristoranti rinomati a livello internazionale. Le specialità gastronomiche sono legate principalmente al mare: fra le tante ricordiamo la zuppa di cozze e arselle, le cozze ripiene o raganate, i frutti di mare preparati con varie ricette e tanto pesce. Tra i vini è ormai internazionale il Vermentino di Gallura, perfetto per accompagnare i piatti a base di pesce. Nelle vie del centro città si possono trovare negozi di abbigliamento e calzature con le  firme più prestigiose, così come  eleganti gioiellerie e originali negozi di artigianato. Via Regina Elena, è sede di interessanti attività commerciali e artigianali; in piazza Regina Margherita troverete i bar modaioli, locali e ritrovi per mille occasioni e bella musica dal vivo. Viale Aldo Moro è un vero e proprio centro commerciale, con amplissima scelta di negozi d’abbigliamento, arredamento, gioiellerie, ipermercati, bricolage, insomma tutto ma proprio tutto ciò che potrebbe servirvi.

Basilica di San Simplicio a Olbia

E’ il più importante monumento artistico e  religioso della Gallura e insieme una delle testimonianze più nobili della diffusione del primo Cristianesimo in Sardegna, visibile in pieno centro città. San Simplicio è il patrono della Diocesi di Tempio e della città di Olbia. L’edificio fu eretto in tre distinti periodi: dalla seconda metà dell’undicesimo secolo fino al dodicesimo secolo, quando furono portati a compimento la copertura e la realizzazione della facciata.

Nuraghe Riu Mulinu

Alle spalle della Zona industriale di Olbia, sulla collina, uno straordinario monumento che sembra sfidare la legge di gravità. Seguite la strada di Cabu Abbas, un paio di cartelli vi guideranno verso il nuraghe, parcheggiate sul piazzale e salite a piedi per circa un quarto d’ora sul sentiero di pietre: una fantastica visuale sulla città e sul Golfo di Olbia, oltre naturalmente alle rovine nuragiche.

Porto Rotondo
Esclusiva, unica, imperdibile, qui la natura ha giocato di precisione tracciando un’ insenatura geometricamente perfetta cui la località deve il suo nome. La bellezza del luogo, che dalla costa granitica di Iscia Segada arriva sino a Punta Volpe, racchiude al centro un potente complesso roccioso, da cui si gode uno spettacolare panorama sulla Costa Smeralda, il suo mare, le sue isole. Dal pomeriggio alla notte inoltrata, Porto Rotondo propone sempre eventi culturali e serate a tema.

 Castello di Pedres e tomba dei giganti “Monte ‘e s’Abe”

Sulla strada tra Olbia e Loiri, indicato sulla destra, il fortino fu fatto edificare nel medioevo dai Giudici di Gallura a difesa del territorio, ed è stato teatro di aspre battaglie tra genovesi, pisani e aragonesi. Ne restano soltanto due pareti quasi complete e parte della cinta muraria, ma è suggestiva l’altura su cui sorge, che domina tutto il Golfo e si raggiunge attraverso un sentiero immerso nella macchia e gradini ben curati. A pochi passi dalla base dell’altura, la bella sepoltura megalitica di “Monte ‘e s’Abe”, del XVIII – XVI sec. A.C..

Parco fluviale del Padrongianus

Il Parco Fluviale del Padrongianus si estende per una superficie di circa 33 ettari e comprende un ampio tratto del fiume omonimo, con la sua vegetazione ripariale ed i campi limitrofi.Il Fiume Padrongianus sfocia nel Golfo interno di Olbia dopo un percorso di circa 48 Km; esso è il risultato della confluenza di numerosi piccoli affluenti a carattere torrentizio e solo nella parte terminale assume dimensioni più ampie, estendendosi tra pascoli, coltivazioni ed aree urbanizzate, a ridosso dell’aeroporto. Sono proprio gli ultimi 15 Km di fiume, sino alla foce, che assumono il nome di Padrongianus.

Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia