Author Archives Antonella

Capodanno in Sardegna, le tue Feste a L’Aglientu con il 20% di sconto!

By Antonella | No Comments

Percorrendo il sentiero che arriva al guado del fiume

Prenotare un week end o qualche notte in agriturismo in Sardegna durante le feste natalizie, o per festeggiare il nuovo anno in compagnia all’insegna della serenità campestre significa farsi il primo regalo della stagione: la Gallura è magica anche durante l’inverno, con le sue mattine incantate di brina, i pomeriggi tiepidi, le passeggiate nell’aria limpida e cristallina della stagione fredda.

Il fuoco è la magia della notte gallurese

Attorno a un fuoco notturno nella campagna, ascoltare i suoni dell’oscurità e il crepitio della fiamma. O al risveglio del mattino, circondati dal canto semplice e raffinato della natura. Ci sono luoghi tutti da scoprire in Gallura, a piedi attraverso paesaggi incontaminati, scoprire i sentieri senza tempo che portano verso le fonti d’acqua, imbattersi all’improvviso in un antico castello costruito dal vento sui rilievi granitici, oppure in auto, percorrendo le strade panoramiche lungo la costa più bella dell’Isola. Tutto questo è lusso a portata di mano, per chi sa cogliere l’aspetto migliore della nostra terra.  Per voi, il fiore profumato del nostro inverno è da oggi ancora più conveniente con uno sconto eccezionale del 20% sul listino prenotando 3 notti. Non perdete l’occasione di rigenerarvi nella perla del Mediterraneo! Chiedi la disponibilità.

Torna a Padru il Festival EMMAS Suoni e colori dal mondo

By Antonella | No Comments

Siamo ormai alla 24^ edizione del Festival Emmas, la tradizionale kermesse di  Suoni, voci, immagini e armonie dal mondo. Il grande meeting di musica etnica e arte quest’anno si svolgerà a Padru il 1 dicembre, e a Olbia dal 6 al 9 dicembre 2012; si tratta di un festival etnico-culturale molto coinvolgente, che raccoglie e propone il meglio della musica etnica internazionale, vediamo il programma completo: 

Sabato 1° dicembre – Padru – Centro Polivalente ore 20.30
Proiezione documentario “La Chea”
Tenore di Padru · Sardegna
Cordas et Cannas · Sardegna
Antiche Ferrovie Calabro-Lucane · Calabria

Giovedì 6 dicembre – Olbia – Sala Congressi Museo Archeologico ore 10.30
Proiezione film d’animazione “Tottoi”
con la Scuola Media di Dorgali
SEDE ANPI (Corso Umberto) ore 18.00

Proiezione film d’animazione “Tottoi”
con la Scuola Media di Dorgali

Venerdì 7 dicembre – Olbia – Cinema Olbia ore 10.30
Proiezione “Sos zigantes nuragicos” di Antonio Rojch
documentario in limba della sede Rai della Sardegna
interviene il direttore di Rai Sardegna Romano Cannas
EXPO’ Sala Congressi ore 18.00

Spettacolo teatrale “Stupidorisiko – Una geografia di guerra”
di P. Pasqui con M. Spallino a cura di EMERGENCY Olbia
Corso Umberto – Molo Brin ore 20.30

Tinto Brass Marching Band
Sala Congressi Museo Archeologico ore 21.30

Presentazione “Bomba vulcanica” a cura di Pasquale Carroni
Alberto Balia · Riccardo Lay · Marcello Peghin · World Sardinia
Roberto Gatto Trio · Italia

Sabato 8 dicembre – Olbia – SEDE ANPI (Corso Umberto) ore 17.30
Conferenza, workshop e proiezione “Scrittura nuragica”
a cura di G. Sanna e dell’associazione culturale Sa Testa
Sala Congressi Museo Archeologico ore 21.30

Tenore de Bitti Remunnu ‘e Locu · Sardegna
Arup Kanti Das Trio · India – Europa
Margarida Guerreiro · Portogallo

Domenica 9 dicembre – Olbia – Sala Congressi Museo Archeologico ore 21.30
Moni Ovadia Cabaret Yiddish · Yiddish

Per approfondimenti: Festival Emmas

Per dormire a Padru B&B o Agriturismo Padru o B&B Loiri  potete contattare www.turismorurale.org

Una visita al complesso nuragico “Sos Nurattolos”, nel cuore antico di Alà dei Sardi

By Antonella | No Comments

Palazzo medioevale Corda Colonna

Per i nostri ospiti è una tappa obbligata: questo interessante sito archeologico si trova a pochi Km dal nostro agriturismo ed è facilmente raggiungibile in auto. Partendo dalla nostra struttura ci dirigiamo verso Padru e proseguiamo sempre dritto, fino ad addentrarci dove il verde prende il sopravvento, sotto gli archi di querce secolari, tra i muri a secco, per arrivare ad Alà dei Sardi. Il centro è piccolo e ordinato; strano ma vero, vi resistono le antiche costruzioni in pietra, sottratte quasi tutte al massacro selvaggio degli anni sessanta. Sbirciando tra le vecchie inferriate, tra gli oggetti ammassati nelle cantine, c’è ancora un curioso calendario degli anni ’50: pubblicizza il dentifricio Binaca. Tra i cunicoli del centro storico le signore del luogo osservano il nostro passaggio dalle finestre semichiuse, curiosità o timore forse, siamo un po’ lontani dalle zone ad alta densità turistica. Sappiamo che c’è una via che conduce alla zona archeologica, poco distante da qui; voltiamo a destra, in una delle vie laterali del paese, al segnale che indica Sos Nurattolos; Non è facile, non ci sono

L’ingresso alla Fonte sacra

altre indicazioni, ma si procede per una strada che conduce sui monti di Alà; dopo forse tre Km si volta a destra ad un bivio, quindi ancora a destra dopo altri 300 metri. Si percorrono ancora altri due Km, sino ad incontrare una piazzola di sosta segnalata. Qui si lascia l’auto, sperando che le nuvole non si trasformino in pioggia, e si risale a piedi il pendio alla sinistra, per un sentiero acciottolato con gradini, ben evidente, che conduce in cima alla montagna (1.000 metri di quota) dove sono situati gli edifici del complesso nuragico di Sos Nurattolos. Il panorama è spettacolare, un nulla di rocce e arbusti che si precipita a valle, un salto degli occhi a distanza sull’alto pianoro circostante. Il bellissimo complesso nuragico, scoperto circa quarant’anni fa, è databile tra il 1600 e il 900 a.C. ed è costituito da una fonte sacra, da un piccolo tempio a megaron, e da alcune capanne. E’ un singolare percorso rituale che va dalla sorgente di acqua perenne, dove forse avvenivano particolari cerimonie purificatorie, alla capanna con atrio e quindi al tempietto rettangolare, situato in posizione dominante, con a lato un ambiente per deporre gli ex voto.

La grande capanna circolare con vestibolo

I rituali dovevano essere rivolti ad una divinità ctonia, che dalle viscere della terra dispensava la vita, a cui si rivolgevano i devoti per invocare fertilità e salute nel corso di festività annuali. La fonte sacra, situata all’interno di un cortile circolare di forma irregolare dotato di accesso laterale a gradini, ha una pianta rettangolare con facciata in antis, e ilvano del pozzo circolare conserva la copertura a tholos ancora intatta, mentre il retro è absidato. All’interno del cortile una capanna circolare in muratura, probabilmente un locale di servizio dedicato alle attività cultuali.
Si sale ancora verso il tempio a megaron, dove si trova una grande capanna circolare dotata anch’essa di un vano rettangolare di ingresso prospiciente la camera circolare. Infine si giunge al tempio, che conserva una regolarissima pianta rettangolare ed alte pareti aggettanti sia sulla facciata principale che sul retro. Il tempietto è circondato da un recinto ellittico che include una struttura muraria costituita da due ambienti circolari tangenti, uno dentro l’altro, forse i recinti in cui si chiudevano gli animali da sacrificare, o il luogo dove si consultavano gli oracoli: sembrerebbero simboleggiare la coppia divina Sole-Luna durante un’eclissi parziale di sole. Qui però comincia a piovere, vorremmo aver portato gli ombrelli, ma le ordinate pietre di Alà torneremo a visitarle in primavera, o in agosto, quando saranno mature le more selvatiche.
(Antonella Bonacossa)  Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Gente Raku: il Sabba creativo

By Antonella | No Comments

Assistere ad una cottura di Raku può molto somigliare a trovarsi nel bel mezzo di un conciliabolo di streghe: tutti addosso al gran calderone che altro non è che un bidone in latta opportunamente adeguato allo scopo, un continuo fermento, i piedi che calcano la terra, le mani che frugano segatura e foglie secche come in una danza rituale. La differenza è che qui si assiste ad una vera trasformazione della materia, in una misteriosa alchimia di terra, aria, acqua e fuoco che produce effetti visibili nel giro di pochi minuti, quelli necessari alla fusione del colore e alla successiva riduzione di questo attraverso l’unico sistema possibile: le mani dell’uomo e l’imprevedibilità del caso. La magia consiste in questa trasformazione e in quella dell’umore dei partecipanti, tutti chiamati a collaborare, tutti coinvolti nella magica riunione, sporchi di fumo, arruffati, apprensivi, sudati, continuamente intenti a sorprendersi delle tonalità impreviste sul proprio pezzo ceramico. Anche l’umore più nero può trasformarsi in gioia contagiosa, durante questa provvisoria comunione d’intenti che si consuma all’aperto. Ma che significa Raku? Appunto “gioia e piacere di creare”  descrivendo in breve questa straordinaria tecnica ceramica nata in Giappone nel XVI° secolo. Il suo ideatore, Chojiro, fu il capostipite di una dinastia di ceramisti che da quindici generazioni continua a tramandare la tradizione Raku, tecnica fortemente legata fin dalla sua nascita alla cerimonia del tè. Ogni oggetto è trattato con una precisa successione di operazioni, benché non altrettanto prevedibile ne sia il risultato, che può rivelarsi del tutto diverso in rapporto alle aspettative; ma il fascino di quest’antica tecnica consiste proprio in questo. Dopo la prima cottura dei lavori, eseguiti con argilla refrattaria perché resistano ai forti sbalzi di temperatura cui saranno sottoposti durante il Raku, i pezzi vengono decorati con smalti particolari e sottoposti alla cottura a fuoco vivo, estratti dal forno ancora incandescenti per essere trattati in riduzione o in ossidazione secondo l’effetto desiderato e bagnati successivamente in acqua fredda. I ceramisti agiscono modificando di volta in volta il procedimento, attraverso varianti personalizzate, con lo scopo di ottenere effetti sempre nuovi e spesso unici, iridescenze metalliche di straordinaria intensità o colori morbidi e anticati. Dopo la pubblicazione del libro di Bernard Leach “Potter’s Book”, la tecnica Raku si è diffusa nel mondo occidentale, subendo radicali trasformazioni, come spesso accade per le tecniche artistiche, con l’arricchimento degli elementi caratteristici del gusto europeo. Per poter essere “iniziati” al Raku è necessario tuttavia avere buone basi di tecnica ceramica, manualità e dimestichezza con i colori. Nel nostro agriturismo a Loiri Porto San Paolo è possibile frequentare corsi di ceramica di base e corsi Raku, in un ambiente sano, aperto, sereno, familiare, davvero piacevole. Informati sul SITO per le modalità di iscrizione e i costi.

Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Il nostro agriturismo in TV su Sardegna Verde – Videolina

By Antonella | No Comments

La redazione della nota trasmissione televisiva “Sardegna Verde” di Videolina ha scelto l’Agriturismo L’Aglientu e la nostra azienda agricola per la realizzazione di una delle sue trasmissioni. Il video è suddiviso in due parti, entrambe dedicate alla struttura turistica e all’azienda orticola vera e propria. Sardegna Verde si occupa di diffondere la cultura e il patrimonio rurale del nostro territorio e di promuovere l’economia agricola della Sardegna. In questo caso Emanuele Dessì vi accompagna nella bella campagna gallurese alla scoperta del nostro agriturismo a Loiri Porto San Paolo. Grazie a questa trasmissione potrete visitare l’Agriturismo L’Aglientu e la nostra azienda agricola a 360°.

 

L’isola nell’isola: Luras, cassaforte della tradizione

By Antonella | No Comments

La Chiesa

Si dice che i luresi, (“li lurisinchi” come vuole la lingua dei circostanti villaggi) siano gente tagliata per il commercio, per le attività lucrative in genere, un tantino attaccata al denaro e completamente dedita al lavoro in ogni sua forma. La fantasia, l’inventiva, il fiuto per gli affari, tutte caratteristiche che sembrerebbero ereditate dagli antenati ebrei, una colonia esiliata in Sardegna durante l’impero di Tiberio. Fantasia o realtà, sui Luresi se ne dicono tante, per esempio che fosse una delle cinque colonie fondate dagli Etruschi in Sardegna dopo l’862 A.C., o ancora che Luras restò immune, intorno al 1200, da un’epidemia che distrusse molti centri attorno al paese, potendo così difendersi dagli attacchi dei Corsi, che colonizzarono invece le aree circostanti radicandovi quel dialetto, ora detto gallurese che non attecchì mai a Luras.

Dolmen a Luras

Queste o altre motivazioni fecero comunque, di questo piccolo centro, un’isola nell’isola, con una sua storia e una sua identità del tutto particolare, caratteristiche che lo rendono unico anche in un panorama straordinariamente vario come il nostro. Tradizioni millenarie, archeologia, peculiarità morfologiche, linguistiche (vi si parla il sardo logudorese) e culinarie ne fanno, insieme alla zona circostante, uno dei luoghi più interessanti della nostra grande isola.
Senza addentrarci, per imperizia, nelle ragioni storiche o filologiche della particolarità del luogo e della lingua, diciamo che Luras raggiunse intorno al 1800 un certo livello di benessere per lo sviluppo delle attività commerciali, di tessitura, di lavorazione di sughero, grazie al quale in paese si edificavano belle case in granito, palazzotti di una certa eleganza pur semplice, una bella chiesa dedicata alla Vergine del Rosario, ora unanimemente riconosciuta come uno dei monumenti più rappresentativi della Gallura.

Una sala del museo Galluras

In uno di questi palazzotti, costruito alla fine del 1700 con il classico granito a vista, è ospitato uno dei più interessanti musei etnografici di tutta Europa. Nato dalla passione di Piergiacomo Pala, ora Direttore del Museo Galluras, raccoglie oltre 4.000 reperti della tradizione gallurese, accuratamente catalogati e datati dalla fine del 1400 alla prima metà del 1900, ed è impostato sulla fedelissima ricostruzione degli ambienti tipici della civiltà locale, con una minuziosa attenzione alla replica dell’equilibrio proprio delle vecchie dimore. Ma l’attenta disposizione dei reperti non basta; gli oggetti, in questo prezioso museo vivono vita propria, che scaturisce dalla passione e dallo studio delle attività che si svolgevano tra le vecchie mura del paese: quella passione che ha stupito, a volte commosso i visitatori più anziani che quegli ambienti avevano vissuto e conosciuto davvero, oggetti che ricordano lavori, azioni, parole, emozioni, un caleidoscopio di memorie ora disponibili per tutti. Tra le storie raccontate da questa bella raccolta, una, del tutto particolare, ci riporta alla pratica più segreta nella cultura sarda: l’eutanasia.

Il martello dell’Agabbadora

C’è, poggiato sul letto della camera al primo piano, un oggetto che serviva a porre fine alle sofferenze dei malati terminali e che può essere considerato, per la rarità e l’originalità della sua storia, il pezzo più straordinario di tutta la collezione: il martello della “Femina Agabbadora”, la donna che i familiari del moribondo chiamavano al momento opportuno, tollerata dalle istituzioni e dalla Chiesa, rimossa per molto tempo dalla coscienza e dalla tradizione gallurese. Si tratta di un ramo di olivastro lungo 42 centimetri, con un manico che permette un’impugnatura sicura e precisa. Lo strumento che amministrava la morte negli stazzi, ritrovato per puro caso dopo anni di ricerche, è ora gelosamente custodito tra le mura del museo. Evoca suggestione oscura, eppure affascina, la figura della donna che sino alla prima metà del Novecento ha aiutato i malati a terminare una lunga agonia. Le guide del museo sapranno spiegarvi tutta la storia nei minimi dettagli, anche loro realmente appassionati alla cultura delle vecchie cose, della vita di un tempo. Dedicata al sughero e all’arte nella lavorazione di questo prezioso materiale è invece la “Collezione Forteleoni”, ospitata nella casa dell’artista Tonino Forteleoni (Luras 1915 -1996) il cui estro, accompagnato da una straordinaria manualità, lo portò ad intuire che il sughero aveva un’anima e che da esso si potevano ricavare opere d’arte. La casa si affaccia sui graniti di Piazza del Rosario, cornice ideale per le sculture di questo abilissimo artista, che attraverso una tecnica originale e personale, otteneva splendidi bassorilievi a mosaico utilizzando tutte le calde sfumature di colore proprie del sughero.

Olivastri millenari a Luras

Ma l’area di Luras è ricca di storia, di archeologia, di curiosità naturalistiche. A breve distanza dal paese, le sepolture collettive dette “Dolmen”, risalenti al IV millennio A.C., tra i più grandi in tutto il bacino del Mediterraneo, meritano una visita accurata, insieme al panoramico bacino del Liscia, suggestivo in ogni stagione. Proprio da quelle parti, tra i profumi della macchia mediterranea che fa da cornice al bacino, troverete un’autentica meraviglia da ammirare senza fretta. Nell’incantata valle di Carana si staglia la chioma gigantesca del patriarca degli olivastri millenari, unico in Europa, con le sue radici immense che si protendono per decine di metri nel terreno. Ma “s’Ozzastru”, (la gente del posto lo ha ribattezzato così) non è solo, nella stessa area altri due giganti si ergono sulla campagna come guardiani attenti, trasversalmente presenti nella crescita millenaria del genere umano. I botanici hanno dato al più vecchio un’età di oltre tremila anni, età che gli attribuisce il primato di albero più antico d’Italia, secondo le stime del Ministero dell’Agricoltura. In località Santu Baltòlu se ne trovano tanti altri, appena più giovani ma ugualmente belli, che si mescolano ai profumi, ai silenzi della Gallura solitaria creando un cocktail di emozioni straordinarie che può, almeno per qualche ora, restituirci la serenità che manca. Quale altra gemma ci riserva la cassaforte Luras? E’ un invito, questo, a farci scoprire altri segreti, altre passioni, altre storie di questo piccolo grande luogo ricco di vita e di memorie.
Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Per approfondimenti: Museo Galluras, Luras 

Cala Finanza, una piccola perla nel Comune di Loiri Porto San Paolo

By Antonella | No Comments

Andar per spiagge in Primavera è qualcosa di semplice e prezioso, il mare in Sardegna ti chiama precocemente, è nell’aria, si sente il profumo di una nuova stagione, quella che ci rimette il buonumore e la voglia di fare, di andare, di scoprire. Troppo presto per pensare all’abbronzatura, ma il sole è già caldo e se non tira vento è la giornata ideale per un giretto al mare. Andare a ricci magari, o semplicemente un panino sulla spiaggia durante l’intervallo del pranzo. A pochi minuti da Olbia sono infinite le possibilità: comodamente fino alla spiaggia con l’auto o camminare tra gli anfratti rocciosi e il profumo dei fiori della macchia mediterranea appena sbocciati. C’è Cala Finanza per esempio, una perla incastonata nell’Area marina protetta di Tavolara e Punta coda Cavallo, nel tratto di costa appartenente al Comune di Loiri Porto San Paolo. Percorrendo la 125 in direzione sud, poco prima di arrivare a Porto San Paolo, entrate tra i due grandi piloni in cemento bianco alla vostra sinistra e percorrete la stradina fino ai parcheggi. Poche decine di metri tra le ginestre in fiore, i lentischi, i corbezzoli, il cisto bianco e rosa, i piccoli meravigliosi iris selvatici. Uno spettacolo già questo. La piccola spiaggia si apre su un panorama mozzafiato, Tavolara in tutti i suoi colori grandeggia dietro il relitto della Klearchos, affondata nell’estate del 1979, ora spettrale e affascinante meta di immersioni durante il periodo estivo. Spingetevi a sinistra e inoltratevi sul sentiero roccioso: mare alla vostra destra, vegetazione al lato opposto, un piccolo ecosistema quasi intatto, perché questa zona non è comodissima, resta un po’ fuori dai circuiti turistici di massa, per fortuna. I tedeschi invece la amano molto, proprio per la sua natura selvaggia e incontaminata. In effetti c’è una piccola casa che domina il golfo dalla scogliera, sembra un vecchio stazzo rimesso a nuovo, ma con criterio e amore per la natura del luogo, pare che il proprietario, beato lui, sia manco a dirlo, tedesco. Poco più avanti si apre una baia più ampia, di sabbia sottile, una fantastica finestra su Tavolara e piccolissimi isolotti raggiungibili a nuoto! qualcun o anche a piedi, con la bassa marea. L’acqua è ancora ghiacciata, trasparente, impossibile desiderio, ma se avete portato gli stivali di gomma e un coltello, una bottiglia di vino, del pane, un asciugamano e qualcuno con cui dividere il piacere di questa giornata, prendete un paio di ricci, di quelli che hanno i riflessi rossicci, o violacei, verdi, marroncini, perché quelli nerissimi non sono buoni, apriteli a metà con attenzione, ripulite l’interno con l’acqua di mare e godetevi quel che resta: la polpa di ricci rosa-arancio (le uova). Non serve farne incetta, ne basta qualcuno: i ricci portati a casa non avranno più lo stesso sapore, perché mancheranno gli ingredienti principali, sole, brezza leggera, acqua di mare, profumo di macchia, solitudine e l’irripetibile oggi.

Antonella Bonacossa  – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Per approfondimenti: Comune di Loiri Porto San Paolo , Area marina protetta Tavolara

Porto Istana, il Paradiso è qui!

By Antonella | No Comments

Siete appena arrivati al vostro B&B vicino a Porto Istana e non conoscete questa zona? Ebbene sappiate che siete capitati in una delle aree più incantevoli della Sardegna. Il lungo tratto di costa tra Olbia e San Teodoro accontenta proprio tutti i gusti: si possono trovare spiagge con sabbia bianchissima da far invidia ai Caraibi oppure fondali rocciosi per gli amanti dello snorkeling Sardegna delle meraviglie! piccole calette tranquille dove, a dispetto dell’affollamento dei mesi più gettonati, si può comunque trovare un’oasi di pace. Se vi recate a Porto Istana preparatevi a restare abbagliati dalla bellezza incomparabile di questa spiaggia che vi apparirà all’improvviso appena usciti dal parcheggio. In alta stagione sarete anche sorpresi per la gran folla di bagnanti che la frequentano. In effetti la spiaggia merita, merita veramente, con la sua incantevole baia immersa nella macchia mediterranea, che si estende sino alla bianchissima spiaggia bagnata dal mare color smeraldo, di fronte all’isola di Tavolara. L’acqua cristallina digrada dolcemente fino a raggiungere un’altezza utile per il nuoto, mentre la baia di Istana, quasi sempre protetta dal maestrale, si arrotonda come per accogliere Tavolara nel suo abbraccio. Come arrivare: partendo dal vostro Agriturismo a Loiri (Azzanì) si prende la  strada in direzione Trudda, poi sempre dritto fino ad arrivare alla S.s. 125, quindi si gira a destra passando per Murta Maria, dove si trovano le indicazioni per Porto Istana. La spiaggia è dotata di numerosi servizi: mezzi pubblici la mettono in collegamento con Olbia, bar, ristorante, servizi spiaggia, noleggio pedalò.  Rientrando verso Murta Maria una deviazione asfaltata, sulla destra, circa duecento metri prima del bivio della ss 125, porta, concedendo incomparabili panorami sul Golfo di Olbia, al promontorio di Capo Ceraso; la strada diventa sterrata dopo alcuni insediamenti turistici che non alterano lo splendido ambiente, e scende sulla solitaria costa, dove si susseguono deliziose spiagge come Cala sa Figu, la spiaggetta Sos Passizzeddos, Porto Casu, Porto Vitello, poste sul lato nord del promontorio, a chiudere verso sud il Golfo di Olbia. Le rocce di granito rosa, la fitta macchia e le superstiti foreste di olivastri concedono panoramiche veramente ineguagliabili. È consigliabile recarsi al culmine del promontorio, salendo sull’aspro roccione del Monte Mandriolo (m 126), su una scalinata che portava a una batteria militare della seconda guerra mondiale, per ammirare la veduta di tutta la costa nord-orientale della Sardegna, con l’isola Tavolara di fronte a sud, e le falesie calcaree di Capo Figari a nord, incombenti sul mare azzurro. Dopo questa full immersion nello splendore del nostro mare, cosa c’è di meglio che rientrare al vostro tranquillo B&B a Loiri per una doccia rilassante prima di andare a cena? Basta percorrere a ritroso al statale 125 e svoltare a sinistra sulla via Spirito Santo, in direzione Trudda: sarete a casa in soli 10 minuti!

Antonella Bonacossa  – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Are you staying in a B&B near Porto Istana Bay and you don’t know anything about this place? Don’t worry, this is one of the most beautiful paces in Sardinia! The long coastline between Olbia and San Teodoro satisfie everyone’s taste: you can find white sandy beaches or rocky bottoms where snorkelling Sardinia; small coves very quite despite of the crowdy season, you can still find here an oasis of peace. If you visit Porto Istana you will be dazzled by the incomparable beauty of this beach that appears suddenly just left the parking. It’s a real Paradise with its beautiful bay surrounded of mediterranean “Macchia”, which extends until the white beach and the emerald color of the sea, opposite to Tavolara. The bay is almost always protected by the mistral. Getting there: starting from our B&B in Loiri take the way to Trudda, and then drive straight on till the 125 road, then turn right and drive south, in Murta Maria you will find the signs to the beach, which is endowed with a lot of services: public transport from Olbia, bar, restaurant, beach services, boat rentals.
Coming back towards Murta Maria a detour road on the right, about two hundred meters before the crossroads of ss 125, there you will find incomparable views over the Gulf of Olbia, on the promontory of Cape Ceraso

Per approfondimenti: Porto Istana, La Baia di Istana

Storie di vita in Gallura: il Natale del Fuoco e dei Sogni

By Antonella | No Comments

La notte della festa più cara a tutti i galluresi, le genti delle Frazioni, nella Bassa Gallura si recavano ad assistere alla messa di mezzanotte: quella cerimonia attesa tutto l’anno aveva il sapore del raccoglimento notturno, dell’intima preghiera, della festa più sacra. La chiesa era spesso lontana, occorreva percorrere un lungo tragitto a piedi. Nella notte del 24 dicembre, talvolta buia e piovosa, anche i bambini più grandetti si avviavano con i genitori, attendendo il bagliore di un fulmine per poter camminare più svelti in uno squarcio di luce dal cielo. A casa restavano i più vecchi, con i piccoli addormentati e le donne in attesa di un nuovo figlio, alle quali si riservava una veglia ricca di cibi speciali, racconti lieti accanto al fuoco, vini e liquori. Dopo la messa si rientrava a casa felici, per cenare tutti insieme con l’agnello e il porcetto preparati con l’attenzione e l’amore di un tempo.
A Natale anche i viandanti, “li dimmandoni”, trovavano le porte aperte, un caldo fuoco di legna e buon cibo per sperare ancora in un tempo migliore. (A.B.)

Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Cioccu di janna a Natali versi di Pasquale Ciboddo

Cioccu di janna candu ‘entu e nii
Facìani cadè sonni in un mari
Senza fundu e li cani
Abbaggjàani illa zidda sunniendi.
Ed era un dimmandoni scapiddatu
e gucciuloni
cun cattru rami sicchi suttutiddu
pa’ abbruncassi un focu jà ispintu.
E mamma, appena intrutu, li lacàa
Primma di turrassinni à lu sò lettu,
panni ‘ecchj di babbu asciutti e vinu
cu la palti adducata di l’agnoni
e di li cosi boni.
E un pani illa banca ancora piena
d’un avanzu di cena.
Notti di janni abbalti in dugna stazzu
undi li bon’antichi ancora offesi
paldunàani li mali.
Nuttata undi tutti erani gali:
la notti di Natali

Valle della Luna: un viaggio nell’ultimo Paradiso

By Antonella | No Comments

Oggi vi racconto un breve viaggio in Sardegna, ma prima ancora un sogno da ripercorrere nella Gallura più a nord, sogno un po’ dimenticato e un po’ reso sterile dalla convinzione che gli anni dei fiori non esistono più neppure per chi li ha conosciuti; per gli altri, i più giovani, esiste un messaggio fatto di visioni, di disegni, di remake: un fatto di moda, l’alternativo da copiare, da assaggiare nei limiti che il nostro mondo fatto di auto e cellulari permette. E’ il viaggio di un pomeriggio comune di metà dicembre, in cui si va un po’ pigri, cercando immagini tra le case sfitte. Santa Teresa Gallura soffre molto l’inverno, è un’atmosfera triste quella che avvolge i luoghi turistici dopo il bagno di folla estivo. Sappiamo che sulla strada di Capo Testa c’è la porta del mondo libero che molti descrivono sottovoce; ci affidiamo alle indicazioni della nostra giovane guida, che nella Valle ci va spesso per ascoltarsi, per capire. Attraversiamo l’istmo su cui si allungano le due grandi baie, spiaggia di Levante a destra, sul lato opposto la Baia di Santa Reparata. Lasciamo l’auto nei pressi di una renault 4 bianca, come da copione decorata di farfalle; abbandoniamo la striscia d’asfalto per infilarci tra le due grosse pietre levigate che segnano lo stretto, insospettabile passaggio. Da subito ho la netta sensazione di aver valicato un confine molto più che geografico, quasi dimensionale. Sul terreno sabbioso i segni del passaggio di altre persone, ma leggeri, impronte di piedi nudi; “tra queste rocce ci si perde”, dice Lia, “occorre fare attenzione ai segni, alle forme: quelle pietre, vedi, segnano la strada e tutto, qui, sembra ciò che non è. Ciò che pare un sentiero si perde invece nel nulla, bisogna osservare, ascoltare il vento, riconoscere le forme per trovare la via del ritorno”. Respiriamo il profumo delle essenze, il mirto, il lentisco, il ginepro, la “biondella”, mentre osserviamo una roccia dalla strana forma di fantasma. I due grandi cubi di granito spezzati a metà con precisione, con taglio netto sono opera di epoca romana, come romane sono le cave di quel granito che fu utilizzato per importanti edifici come il Pantheon, nella vecchia capitale. Qui la gente di “peace and love” viene ad abitare già dalla Primavera, tra gli anfratti rocciosi che ognuno sistema secondo le proprie esigenze. Qualcuno ha occupato le grotte più grandi completandole con graziosi muri a secco per contenere gli oggetti di uso comune, il caffè, le pentole, gli strumenti a percussione, le scarpe; non ci sono porte, l’ingresso è libero come il mare e come il vento. Qui tutto è in perfetto ordine, non una cicca per terra, non un pezzo di plastica; i rifiuti sono dapprima riciclati e poi ordinatamente ammucchiati in attesa del trasporto. La perfezione è qui, in questo vivere di poco con la coscienza di chi il mondo esterno lo ha già vissuto; tra questi anfratti poco accoglienti ai quali si sono adattati senza modificarli, quelli di Valle della Luna non si piegano ancora alla legge della globalizzazione. Vorrei avere il loro coraggio, questa folle e onesta determinazione. Poco distante una sorgente naturale, “la funtana”, serve agli abitanti della valle per lavarsi dal corpo la salsedine e la terra, per lavare i pochi indumenti, i teli. Lungo la via del ritorno incontriamo un paio di giovani stranieri. Ci salutano e ricambiamo, in questo luogo che non è luogo, tra questi spazi di incredibile suggestione che si perdono all’orizzonte, nel verde e nel rosa di una natura intatta. Immagino gruppi di persone che giocano con un cane, con una palla, ridono e si rincorrono, altri seduti a terra che chiacchierano un po’ divertiti un po’ seri vicino al fuoco, altri ancora impegnati in un lavorìo manuale, che studiano, girano tra le mani pezzi di legno, di ferro, oggetti recuperati e sassi, altri che ascoltano John Lennon, Joan Baez, Rino Gaetano…E’ un vecchio sogno che nel nuovo millennio torna ad illuderci, che vi sia una via, che vi sia un angusto passaggio, un fronte libero, una zona franca dalle “altre” dipendenze.

Antonella Bonacossa – Agriturismo in Sardegna B&B Olbia

Per approfondimenti: Sardegna Turismo